OSS spremuti e poi gettati nell’immondizia: l’esperienza acquisita, l’impegno mostrato e l’addestramento già conseguito non valgono neanche una riflessioni da parte dell’Azienda Regionale.
Succede in Liguria dove l’Alisa ha già deciso di non rinnovare il contratto a 50 operatori socio sanitari con contratto in scadenza fra 6 settimane.
Un comportamento lecito a livello legale ma opinabile a livello di correttezza umana e professionale.
La questione arriva in Consiglio Regionale.
Arriva però un’interrogazione del Consigliere Regionale Roberto Arboscello a chiedere lumi alla giunta Toti.
“Una situazione” dichiara il consigliere “che mette in difficoltà 50 lavoratrici e lavoratori e le loro famiglie, che vedranno cessare il loro contratto di lavoro al 31 marzo 2022, con la motivazione della fine dello stato di emergenza.
Un inaccettabile esempio di precariato, verso figure professionali che in questo anno di pandemia hanno tenuto in piedi, insieme a infermieri e medici, la nostra sanità pubblica.
Ma soprattutto, quanto sta accadendo, è la conferma di un problema di sistema per la Sanità ligure governata dal Presidente e Assessore Toti, già messo a dura prova dal pasticcio del concorso per OOSS che di fatto rischia di far saltare circa 270 assunzioni a causa della mancanza di un timbro di Alisa sulla carta della prova scritta.
In una sanità provata dall’emergenza Covid, che fa fatica a dare risposte rapide e puntuali ai cittadini, quale pianificazione regionale lascia a casa personale qualificato che già opera all’interno delle nostre strutture sanitarie? Con quale lungimiranza si lasciano scoperti dei servizi tra un mese e mezzo, inerenti anche alla gestione Covid? La Regione Liguria forse pensa che, con la fine dello stato di emergenza sanitaria e al di fuori del perimetro della gestione covid, la nostra sanità non abbia bisogno di operatori socio-sanitari?
Chiedo risposte alla Giunta e un impegno per questi 50 lavoratori savonesi e l’intero sistema sanitario ligure”.
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