Ecco l’intervista esclusiva a Michele Vannini (segretario Nazionale FP CGIL area Sanità): “verso il nuovo Contratto di lavoro di Infermieri, Oss e Professioni Sanitarie”.

di Angelo Riky Del Vecchio

Continuiamo ad ascoltare i vertici dei sindacati italiani del Comparto Sanità. Oggi abbiamo intervistato Michele Vannini, Si segretario nazionale Fp Cgil con delega alla Sanità.

Con lui abbiamo discusso di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) e di quali prospettive stipendiati e professionali ci sono per Infermieri, Infermieri Pediatrici, Ostetriche, Oss e Professioni Sanitarie. Non sono tutte rose e fiori, qualche risultato si è ottenuto dall’Aran, ma non basta.

Ecco come e cosa ha risposto alle nostre domande.

Siamo alla vigilia del rinnovo del CCNL 2019-2021 del Comparto Sanità. Quali sono le proposte avanzate dalla suo sindacato? E quali sono quelle fatte proprie dall’ARAN?

Sono tre le direttrici secondo le quali si dovrà muovere, a nostro avviso, il nuovo contratto: la massima valorizzazione economica ottenibile dall’insieme delle risorse che il governo ha nel corso degli anni stanziato e che spetta al contratto distribuire, la riscrittura delle regole relative al sistema di carriera e di valorizzazione professionale delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso una massiccia estensione del sistema degli incarichi guardando al contratto delle dirigenza, un miglioramento delle norme contrattuali che regolano il rapporto di lavoro (permessi, congedi per malattia, etc. etc.). Aran ha fino a questo momento accolto parte delle nostre richieste, aspettiamo che dica una parola definitiva riguardo ad altre per poter fare una valutazione più compiuta.

Dalle bozze circolate in questi giorni il nuovo CCNL dovrebbe essere valorizzante per gli Operatori Socio Sanitari e penalizzanti per gli Infermieri, gli Infermieri Pediatrici, le Ostetriche e più in generale con le Professioni Sanitarie. Lei è d’accordo con questa analisi?

No, assolutamente. Nel senso che non riscontriamo ancora le risposte che riterremmo necessarie per gli Oss mentre si cominciano ad intravedere alcune risposte – non ancora sufficienti – per le professioni sanitarie.

Tra le proposte dell’ARAN vi è la possibilità di accedere a ruoli di comando nel SSN (posizioni organizzative) solo a chi è munito di Laurea Magistrale. A questo punto non sarebbe opportuno liberalizzare gli accessi a tale Corso di Laurea di secondo livello?

Sarebbe certamente opportuno, ma non solo in relazione al contenuto del contratto, anche per far fronte alla drammatica carenza di professioniste e professionisti.

Gli OSS dovrebbero passare dal ruolo tecnico a quello socio-sanitario. Cosa cambierà per loro e sarà un giorno possibile da parte degli Operatori Socio Sanitari accedere ad una contrattazione di livello superiore?

Gli Oss appartengono già, per legge, al ruolo sociosanitario da qualche mese. Il contratto che stiamo costruendo dovrebbe costruire le condizioni perché questo si traduca in maggiori possibilità di carriera e riconoscimento economico.

La nuova suddivisione delle tipologie contrattuali (i cosiddetti livelli 1, 2, 3, 4) rischiano di penalizzare Infermieri, Ostetriche e Professioni Sanitarie. Lei come la pensa?

La revisione del sistema di classificazione, che abbiamo richiesto fin dallo scorso contratto come Fp Cgil insieme a Cisl e Uil, nasce esattamente con gli obiettivi opposti. Se si estenderanno gli incarichi a tutti i professionisti, come noi stiamo rivendicando con forza, e si sostituiranno le fasce con un meccanismo più inclusivo saremo di fronte all’apertura di una stagione completamente nuova, che darà ai professionisti più opportunità e garanzie di quante non ne abbiano avute fino ad ora.

In Italia mancano ancora migliaia di Infermieri di Famiglia e di Comunità. Le Regioni, dopo la decisione del Governo, stendono ad assumere in questo ruolo. Come mai secondo lei questa resistenza?

Domanda difficile, che bisognerebbe girare a loro. Una ragione, ipotizzo, può risiedere nel fatto che di fronte all’esplosione della pandemia le aziende abbiano preferito concentrare le risorse disponibili per assumere professionisti da poter utilizzare direttamente nei reparti coinvolti. Ma, ripeto, è una mia supposizione.

E passiamo alle stabilizzazioni. Vanno distinte quelle derivanti dalla cosiddetta Legge Madia da quelle rivenienti dalle assunzioni in periodo Covid. Lei crede che ci siano i fondi per assumere così tanto personale o sarà la solita presa in giro della Politica nei confronti di “eroi sulla carta”?

La legge di Bilancio 2022 ha stanziato risorse per incrementare il Fsn, una misura importante ma nostro giudizio non sufficiente alla stabilizzazione di tutto il personale che sarebbe necessario.

Se avesse la possibilità di riscrivere di proprio pugno il nuovo CCNL cosa eliminerebbe?

Metterei lo straordinario e la pronta disponibilità a carico dei bilanci delle aziende in modo tale da limitarne l’abuso e costringere le regioni, di conseguenza, ad assumere abbassando i carichi di lavoro per le lavoratrici e i lavoratori. Eliminerei anche ciò che ci impedisce di assegnare un incarico a tutti i professionisti e prevederei misure ad hoc per il personale femminile.

Grazie Segretario e buon lavoro.

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Di Redazione

Redazione OSS24ore.com e OSS24ore.it.

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