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Stress, trauma, disturbi associati alla pandemia. Gli OSS sono lavoratori con le loro fragilità, nonostante in televisione si parli troppo esclusivamente di medici e infermieri.

I due anni di emergenza covid hanno seriamente provato tutti noi, costretti a rivedere tutto della quotidianità lavorativa: dall’indossare tute e maschere al contatto con i nostri amati pazienti. Fino ad arrivare alle litigate con i parenti che vogliono per forza raggiungere fisicamente i propri cari.

Dal punto di vista del sostegno psicologico, c’è molta carenza di supporto. Eppure vi stupirà sapere che già daglialbori della pandemia si parlava della necessità di sostenere il personale sanitario.

Come ricorda la dottoressa Cocuzzi, il 6 marzo 2020 l’Oms ha diffuso un documento contenente alcune raccomandazioni per la gestione dello stress associato all’emergenza sanitaria globale da Covid-19:

  • Organizzare, per quanto possibile il lavoro mantenendo un monte ore ragionevole e fare delle pause per riposare e riflettere sull’esperienza che si sta vivendo;
  • Confrontarsi con i colleghi, supportandosi reciprocamente;
  • Mantenere uno stile di vita salutare, concedersi sonno e riposo, fare un po’ di esercizio fisico;
  • Rimanere in contatto con amici, famiglia per parlare e ricevere sostegno anche a distanza.

Questo sostegno, anche a distanza, sarebbe opportuno riceverlo anche tramite servizio psicologico di supporto. Ma pochissime aziende, in Italia, lo hanno attivato e sono quasi tutte aziende pubbliche.

Nella vostra Azienda è attivato? Come ve la passate? Raccontatelo nella community Telegram OSS. Entra subito!

Di Antonio Cascione

Operatore Socio Sanitario classe '85 anni con la passione per la scrittura e la lettura. Sportivo e amante della cucina stellata, ama i poeti maledetti ed i cantautori degli anni settanta/ottanta.

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